Chiara Ercole, CEO Saclà
Intervista di Giorgio Nadali pubblicata su ITALIA ECONOMY il 10 Maggio 2023
Con quale spirito si prepara a Tutto Food 2023?
Come ogni anno Saclà partecipa alle principali fiere di settore presentando, insieme ai suoi prodotti storicamente conosciuti ed amati, anche le proprie novità, frutto del suo costante impegno in termini di innovazione.
A Tuttofood presenteremo la nuova linea Sfiziolì: Funghetti, Carciofini Tagliati, Cipolline e Verdurine Miste dal gusto moderno, dal basso contenuto di olio e dal piccolo formato.
Lo spirito con cui ci prepariamo ad affrontare Tuttofood 2023 è uno spirito più consapevole di quanto l’incontro in presenza sia importante. Oggi, dopo il periodo della pandemia che ci ha costretti al lock down e ad incontri a distanza, realizziamo più consapevolmente il valore degli incontri di persona e dell’arricchimento che generano.
Più novità o più tradizione dal 1939 in Saclà?
La tradizione Saclà che si esprime attraverso il suo impegno, la qualità dei suoi prodotti, la passione per la natura, i suoi valori ed il proprio know how è sempre attuale e si fonde con la novità dei progetti, dei prodotti e dei mezzi di comunicazione attraverso i quali si racconta.
Cos’è il successo imprenditoriale secondo Lei?
Non amo il concetto di successo.
Così come non è giusto parlare di fallimento in senso definitivo, non è nemmeno giusto parlare di successo in senso definitivo. Esistono tante sfide, errori e trasformazioni nella vita di un’azienda: continuare a imparare, evolversi e migliorarsi è la cosa più importante.
Sostenibilità e Saclà fanno rima. In quale modo?
Assolutamente sì.
Saclà nasce nel 1939 e costruisce la propria impresa partendo dall’intuizione di conservare, durante alcuni periodi dell’anno, prodotti stagionali in eccedenza con l’obiettivo di renderli pronti all’uso in ogni momento e su questo principio green che da oltre 80 anni Saclà fonda la propria filosofia attenta a portare avanti scelte sostenibili.
Attraverso progetti con il Banco Alimentare, donazioni sul territorio, progetti di sensibilizzazione, continua ricerca dei materiali di imballo più idonei, innovazione di prodotti e di processi, progetti di filiera e di ottimizzazione logistica, predilezione per soluzioni a basso impatto ambientale Saclà rinnova ogni giorno il suo impegno green che da qualche anno firma con il suo brand-manifesto #ThanksPlanet.
L’ultimo progetto green di Saclà, ma anche il più grande in termini di ricadute positive per quanto concerne l’impatto ambientale è la realizzazione del nuovo plant di Castello di Annone. Nel 2014 è partito l’ambizioso progetto di riqualificazione di un’ex area industriale dismessa che, a seguito delle delicate fasi di bonifica dell’area, progettazione, recupero degli inerti del vecchio insediamento e avvio della nuova edificazione, oggi è a basso impatto ambientale.
Lo stabilimento di Castello di Annone (Asti) autoproduce 350 kw di energia con 1.600 mq di pannelli solari. Può contare su 74.000 kwh che provengono dai biogas degli scarti prodotti, sistemi avanzati di gestione del ciclo dell’acqua, abbattimento delle emissioni di CO2 grazie all’ottimizzazione della logistica, aumento dell’occupazione di personale ed un impatto positivo su tutto il territorio e le comunità locali grazie ad un efficientamento del sistema idrico degli acquedotti.
Quanto la cultura locale incide sulla scelta dei vostri prodotti all’estero?
La passione, l’estro, la qualità tipici della cucina italiana sono alla base di ogni nostro prodotto. Nella formulazione delle ricette siamo attenti ai gusti dei diversi mercati senza però dimenticare mai il saper fare tipico dell’Italia.
Amiamo valorizzare le ricette locali dando loro un respiro internazionale.
In qualità di esperti nella lavorazione dei vegetali, tra i prodotti che vendiamo all’estero ci sono sughi per pasta e condimenti.
Così come fatto negli anni ’90 con il Pesto alla Genovese Saclà, poi con i Friarielli e la Peperonata Saclà e più di recente con il Pesto all’Nduja e la Salsa Cacio e Pepe Saclà, portiamo i sapori italiani e locali all’estero.
Quali mercati vorreste raggiungere nel 2023?
Il 50% della produzione Saclà è destinata all’estero.
Ad oggi i prodotti Saclà vengono esportati in 70 paesi del mondo, da Est ad Ovest.
Saclà fiera delle caratteristiche uniche della cucina italiana, punta ad aumentare la propria presenza in diversi mercati esteri grazie alla forza del suo brand interprete di prodotti tipici che hanno una storia da raccontare e che racchiudono tradizioni, gusti e saper fare italiano.
Intervista di Giorgio Nadali pubblicata su FORTUNE ITALIA il 20 Maggio 2019
La Sacla (Società anonima commercio lavorazione alimentari, l’accento sulla seconda a sopraggiungerà solo in seguito, negli anni Sessanta, per esigenze pubblicitarie), nasce ad Asti nel 1939 su iniziativa di Secondo Ercole e della moglie Piera Campanella. L’intuizione è quella di “trasformare le verdure in più, che il territorio astigiano produceva, in un prodotto conservato da consumare in ogni momento dell’anno”. Chiara Ercole, ceo di Fratelli Saclà, parte da qui per raccontare l’evoluzione di un marchio italiano che non ha mai smesso di mettere insieme tradizione e innovazione.
Quali sono i risultati che Le hanno dato maggior soddisfazione nel 2018?
Un’operazione importante di quest’ultimo anno ha riguardato il packaging: con l’avvicinarsi dei nostri primi 80 anni abbiamo deciso di intraprendere un processo di ringiovanimento in questo senso, intervenendo in modo importante sulle confezioni, partendo da quelle storiche e continuando sulla totalità delle linee. Un’operazione con due obiettivi principali: rendere più attuale la marca e razionalizzare l’offerta in un system visivo coerente fra tutti i prodotti, per renderli fortemente riconoscibili sullo scaffale. Un lavoro importante perché il packaging racconta tanto, se non tutto, dell’azienda e del brand. Alcuni prodotti, come Olivolì, fanno talmente parte della nostra vita, così amati e vincenti da sempre che vanno accostati con rispetto e deferenza. Il risultato è un pack in cui le righe e il verde che ci contraddistinguono sono stati resi attuali, mentre il logo è stato reso più dominante. I cromatismi dai toni moderni e naturali sono andati a sostituire e arricchire le precedenti tinte, evocando freschezza ed esaltando la percezione del prodotto. Anche la nuova capsula dà continuità all’etichetta con la ripresa del pattern rigato e l’esaltazione del logo. Il trattamento fotografico iperrealista rende protagonista il prodotto: da puro ingrediente descrittivo si trasforma in elemento centrale, capace di raccontare tutto il gusto e la qualità che contraddistingue Saclà.
Voi avete un progetto per salvare la foresta amazzonica. Ce ne parli.
L’idea è nata per festeggiare gli 80 anni dell’azienda, una tappa importante di un lungo percorso iniziato da mio nonno Secondo Ercole. Volevamo fare qualcosa di concreto per ringraziare la Terra e prendercene cura, così abbiamo dato vita alla campagna #ThanksPlanet, un progetto in collaborazione con LifeGate per la tutela dell’Amazzonia. Basta un semplice gesto, come un click, per trasformare la partecipazione degli utenti in un progetto concreto per la tutela e la conservazione dell’ambiente. Al raggiungimento di 5 milioni di azioni totali, tra interazioni con l’hashtag dedicato, post sui social, messaggi sul sito thanksplanet.sacla.it, Saclà contribuirà alla salvaguardia di 1 milione di metri quadrati per 1 anno delle foreste dell’Amazzonia brasiliana. Il progetto di LifeGate a cui abbiamo aderito, “Foreste in Piedi”, prevede il coinvolgimento della onlus italiana ICEI e della brasiliana AVIVE per la tutela di un’area verde in concessione a 27 famiglie della Comunità di San Pedro, attivamente coinvolta nelle attività di sensibilizzazione volte a prevenire la deforestazione, gli incendi dolosi, la caccia illegale e altri reati ambientali.
Quali sono i vostri cinque obiettivi precisi che fanno parte del nostro Environmental Managing System?
L’attenzione all’ambiente contraddistingue, da sempre, la filosofia dell’azienda. Il nostro Environmental Managing System persegue cinque obiettivi precisi: ridurre la quantità di carbonio, la quantità di rifiuti, l’impatto ambientale delle confezioni, le emissioni legate al trasporto e il consumo d’acqua.
Quanto esportate all’estero e quali prodotti sono più graditi nell’export?
La vocazione all’internazionalizzazione è una delle prerogative, da sempre, della nostra azienda e la quota export sul fatturato totale è di oltre il 50%. È dagli anni 90 che Saclà si rivolge al mercato estero con un’offerta di prodotti diversa rispetto al mercato italiano: condimenti per pasta rispettosi delle più tradizionali ricette italiane, principalmente pesto e sughi rossi, che ancora oggi sono tra i prodotti più graditi.
Che ruolo hanno sostenibilità e innovazione?
Sostenibilità e innovazione di prodotto sono due pilastri per la nostra azienda. Il nostro successo arriva dalla Terra, per questo motivo facciamo, da sempre, il massimo per rispettarla. Puntiamo ad un continuo miglioramento per essere sempre più sostenibili, un percorso che ci ha portato oggi a ridurre di 400 tonnellate le nostre emissioni di CO2 grazie all’uso di fonti rinnovabili di energia, a tagliare i rifiuti (-60% conferimenti in discarica) e risparmiare sempre più acqua (-12 mila bottiglie nell’ultimo anno) e a prestare attenzione ai trasporti. Un intervento decisivo è stato fatto anche sul packaging: Saclà ha eliminato tutto il superfluo dalle confezioni e ridotto lo spessore e le dimensioni di etichette e vassoi, così da consumare meno carta possibile. Per il confezionamento vengono utilizzati solo materiali completamente riciclabili. Per quanto riguarda l’innovazione: è nel nostro dna fin dagli anni 50 con la rivoluzionaria confezione famiglia in vaso di vetro con capsula in plastica. Nel corso degli anni si susseguono le innovazioni introdotte in azienda e sul mercato, tra cui il tappo twist off, la pastorizzazione, le prime olive snocciolate in busta. L’innovazione di prodotto è decisamente un punto di forza per Saclà con un dipartimento Ricerca e Sviluppo che ha continuato, negli anni, a produrre centinaia di nuove ricette ogni anno per assecondare i gusti e le esigenze dei consumatori. Ecco allora oggi sugli scaffali la vasta linea ‘Saclà Bio’, con prodotti al 100% biologici, che vanno dai sughi ai pesti, dagli aceti alle olive, fino agli etnici, come l’hummus di ceci. E poi la collezione dei ‘Freschi Saclà’, un mix vincente di tradizione e innovazione che sposa il gusto e le esigenze del consumatore moderno e che propone oggi, anche piatti pronti, a base di cous cous e farro, accanto ai condimenti più tradizionali.
Cosa è rimasto e cosa è cambiato da quando Suo nonno Secondo Ercole ha fondato l’azienda nel 1939?
La nostra era ed è un’azienda familiare, nata nelle campagne di Asti dai miei nonni, Secondo Ercole detto “Pinin” e sua moglie Piera Campanella, che ebbero l’idea di trasformare le verdure in più, che il territorio astigiano produceva, in un prodotto conservato da consumare in ogni momento dell’anno. Quella che negli anni è rimasta immutata è la passione che mettiamo nel nostro lavoro, fatto di impegno e autenticità, l’essere uno “spirito italiano” che significa difendere sempre la bontà del cibo per portare sulle tavole il miglior prodotto possibile, in termini gustativi, organolettici e nutrizionali. I nostri valori sono rimasti immutati così come i nostri punti di forza, come l’innovazione. A cambiare è lo scenario in cui ci muoviamo, un contesto che muta sempre più velocemente. Negli ultimi anni notiamo ad esempio che in Italia l’attenzione all’agricoltura è sempre minore, mentre è una fonte importante di ricchezza per il Paese. Il rischio che vediamo è che la continua pressione sui prezzi delle materie prime di base porti il loro valore di mercato su livelli troppo bassi e difficili da sostenere per i produttori.