T’a Milano, di Alberto e Tancredi Alemagna
“Le idee oggi valgono molto di più dei macchinari”
Intervista di Giorgio Nadali presso la fiera “Tutto Food”, Milano Rho, 8 Maggio 2017
Parlando di Alemagna viene subito in mente il Suo bisnonno Gioacchino Alemagna, fondatore nel 1921 dell’impero dolciario…
Sì, proprio in questi giorni Melegnano ha voluto riconoscere a Gioacchino Alemagna una targa come imprenditore benemerito della città. La sua è stata una storia di successo, partita da origini piuttosto umili. Il mio bisnonno Gioacchino è stato a tutti gli effetti quello che si può definire oggi un self made man: era figlio di un orafo, ma è rimasto orfano da giovanissimo. Ha aperto a soli 28 anni il primo negozio a Melegnano, per poi subito approdare a Milano. Da lì la storia è lunga. Inizia dalla pasticceria sino a creare una vera e propria azienda in Via Silva, da cui parte la produzione industriale. Invece di andare in guerra a combattere si era reso conto di avere un grandissimo talento come pasticcere, e lo ha messo a frutto! Dopo di lui mio nonno Alberto ha ulteriormente ampliato l’attività grazie soprattutto ad alcune grandi intuizioni come le prime caramelle more incartate ed il primo gelato su stecco, e grazie ad un importantissimo accordo con Mattei per la distribuzione nella rete autostradale.
Lei è pasticcere?
Sono partito dall’inizio. Sono maitre chocolatier più che pasticcere. Oggi mi occupo, tra le altre cose, di controllo di gestione.
Ha ereditato questa passione?
Penso di sì. Penso sia nel DNA. Di tanti familiari però quelli che hanno portato avanti la tradizione siamo stati solo io e mio fratello. [Alberto e Tancredi Alemagna].
Poi Alemagna è stata venduta alla Bauli…
Adesso è un mix, Bauli, Autogrill e Nestlé
Non le dispiace?
No, non mi dispiace. Ogni storia ha un suo inizio e una fine. Non sono troppo attaccato alle cose, ma a come si fanno le cose. L’azienda è come un’estensione di se stessi. Ho avuto la fortuna – rispetto a trovarmi in una grande azienda già fatta e finita – di potermi creare la mia. Potremmo cambiare in: Piuttosto che trovarmi a gestire una grande azienda matura, ma già con percorsi e dinamiche consolidate negli anni, ho avuto la fortuna di potermi creare la mia.
Vuole espanderla come Alemagna?
Non ho mire espansionistiche. Mi piace fare le cose bene e penso che con la qualità, nel tempo, i risultati si ottengono!
Oggi è più difficile avere successo rispetto ai tempi del bisnonno Gioacchino?
Tutti dicono che prima era più facile. Secondo me oggi si hanno più opportunità.
Anche oggi è possibile creare un impero aziendale?
Sì, e lo dimostrano molte aziende. Magari nel nostro settore è un po’ più difficile.
E come si fa?
Ah non lo so. Questo lo deve chiedere a Mark Zuckenberg o a Tim Cook…
Va bene lo farò. Intanto cosa ne pensa Lei?
Io credo che si debba essere grandi innovatori e puntare sulla qualità, sul servizio e sul prodotto, i comuni denominatori del business, che sono in fondo sempre gli stessi. Le regole generali del lavoro valgono per tutti. Le famose quattro “P” per me sono una regola. Prodotto, Prezzo, Posizionamento, Promozione. Sono tutte regole che secondo me si possono applicare in ogni genere di azienda, che sia di servizi o di prodotti, ad alto contenuto tecnologico o a basso contenuto tecnologico. Chi le mixa meglio tendenzialmente vince. Le idee oggi valgono molto più dei macchinari. Per questo dico che oggi forse si può avere molto più successo rispetto a prima e che si può decidere di cavalcare l’onda di un’idea rendendola globale attraverso dei sistemi che prima non esistevano: Intenet, social…
Investimenti?
Servono
Ci vuole un certo tipo di spirito. E’ un talento?
La capacità di cogliere il momento è sicuramente una prerogativa delle personalità talentuose
E’ più facile in Italia o all’estero?
Secondo me le opportunità esistono in tutto il mondo
Zuckenberg non sarebbe arrivato a quei livelli in Italia…
Certo! Così come nell’alimentare in America forse non esistono esempi di eccellenza come i nostri.
In cosa siete originali?
Abbiamo diversi contenuti di innovazione. Primo fra tutti il modo di presentare i nostri prodotti. In alcune scatole T’a Milano c’è incorporato un biglietto da personalizzare con la propria dedica prima di regalare la confezione. In altre si trova un ultimo cioccolatino segreto che non viene svelato sino a che non sono stati consumati tutti gli altri.
Vendete di più in Italia o all’estero?
Vendiamo l’80% in Italia e il 20% all’estero
Cos’è il successo per Lei?
Per me il successo è fare qualcosa che dia felicità agli altri, e penso che nostro cioccolato ci vada molto vicino!
Il denaro quale valore ha per Lei?
Il denaro è fondamentale per le famiglie. Se un’azienda va bene può distribuire ricchezza e può anche avere un ruolo sociale importante. E’ bello crescere tutti insieme. Anche questo fa parte del mio DNA!
Quali sono i Suoi valori fondamentali?
Il capitale umano talentuoso, premiato adeguatamente, soprattutto in aziende come le nostre, è la prima fonte di reddito per l’azienda.
Il vostro fatturato?
Quest’anno il consolidato sarà di circa di 6 milioni, rispetto ai 260.000 euro del 2008, primo anno di attività di T’a Milano.