Tonino Lamborghini

INTERVISTA DI GIORGIO NADALI PER OUTSIDER NEWS, del 22 Luglio 2020, pubblicata il 3 Settembre 2020

Tonino Lamborghini: “L’eccellenza italiana la mettiamo al primo posto”

di Giorgio Nadali

Come avete affrontato l’emergenza Covid19 e come state agendo per la ripresa?

Dal punto di vista sanitario ci siamo attenuti a tutte le regole e ci siamo avvalsi di un ingegnere e di un medico che ci hanno aiutato a performare nel migliore dei modi. Abbiamo lavorato in smartworking come molti e con risultati molto buoni. Dal punto di vista economico c’è un grosso calo e ne risentiamo abbondantemente. Contiamo nella ripresa. Fortunatamente io lavoro molto con l’estero. È vero che anche all’estero ci sono problemi, ma se li suddividi su tanti Paesi ne risenti di meno il peso…

In Italia ne ha risentito?

In Italia praticamente non lavoro, ne ha risentito di circa un 5% del mio fatturato. Sono concentrato da sempre sull’estero e uno dei miei principali è la Cina, dove ho sentito qualche “frenata”. Onestamente ritengo ci sia qualcuno messo peggio di me. 

Cosa caratterizza oggi il brand Tonino Lamborghini e cosa rimane del brand heritage?

Rimane molto, perché lo spirito è quello che mi ha spinto quarant’anni fa a iniziare questo tipo di attività. Io vengo dal mondo della metalmeccanica che ho trasformato in un brand del settore lusso. Le origini e la mentalità di impresa ovviamente restano. Ho sempre guidato aziende familiari. Mio padre ha deciso di ritirarsi molto giovane lasciandomi la gestione delle aziende. Cominciai nel 1981, un po’ per hobby, a dedicarmi alla mia attività, e con il tempo è diventato un bel business. Quando un cliente compra un prodotto firmato Tonino Lamborghini, compra uno stile di vita. Quando uno beve un caffè Tonino Lamborghini, entra in un mondo che è quello che il mio marchio rappresenta, così come entrando in uno dei miei Hotel, si respira un lifestyle e tutto è firmato Tonino Lamborghini dalla A alla Z. In Brasile, ad esempio, realizzano già building impattanti e, posso dire che non avevano bisogno di me, nonostante ciò, hanno pensato allo spirito italiano che io riesco a trasmettere con il mio marchio nel settore del design. Basti pensare che già pochi mesi dopo la presentazione ufficiale del progetto di Real Estate Tonino Lamborghini a Balneário Camboriú avevano già venduto più del 40% sulla carta.  

Come sta andando il Real Estate Tonino Lamborghini a Dubai e come è nata l’idea del Real Estate a Balneário Camboriú (Brasile)?

Alle volte le cose nascono un po’ per caso. Ci siamo conosciuti e hanno sentito parlare di me. Hanno visto le mie realizzazioni in Cina, i miei quattro alberghi. Ed hanno saputo della grande città satellite di Dubai, di 44 ettari.

Avete venduto tutto a Dubai?

No, magari! – ride- Sono diecimila appartamenti. I grandi investitori sono cinesi, così come la clientela è prevalentemente cinese e araba. Ora tutto si è rallentato.     

Nella dedica ai Suoi cinque figli del Suo libro “Ferruccio Lamborghini. La storia ufficiale” Lei scrive di Suo padre: “Ha lasciato una testimonianza di creatività che può essere di incoraggiamento a chiunque affronti la vita con intento di emergere”. Ci parli di questo atteggiamento ambizioso nella vita e nel business.

In questo sono un po’ americano. “You Can”. Se vuoi, ce la fai. Bisogna capire in quale direzione andare, per cosa sei maggiormente portato. I giovani si lamentano che non c’è lavoro, ma in alcuni casi non lo cercano, oppure uno è portato per la matematica e poi va a fare l’imbianchino. È difficile poi riuscire! Se vai nella direzione giusta se non è oggi, domani riuscirai!

Lei ha cinque figli. Ferruccio. Elettra, Ginevra, Flaminia e Lucrezia. E’ soddisfatto delle scelte professionali così diverse dei Suoi figli Elettra e Ferruccio?

Mio figlio è bravissimo. Gli ho lascito le aziende. Ho avuto ampie divergenze di vedute con un direttore deludente, all’epoca mio figlio aveva 24 anni e si è proposto lui. È stato bravissimo ed ha portato una ventata di novità e un approccio sicuramente diverso nel mondo del mio business. Sono orgoglioso. Somiglia molto a mio padre. Elettra ci stupì. Non eravamo molto d’accordo di questa iniziativa eclatante, ma alla fine ha fatto quello che voleva e oggi è all’apice del successo, facendolo nel giro di pochissimi anni e noi stessi ci chiediamo come abbia fatto. Certo non con l’aiuto della famiglia e del cognome. Uno piace o non piace a prescindere dal nome. È una grande imprenditrice di sé stessa. Sa gestire il personaggio come si potrebbe gestire un’azienda. Nulla è lasciato al caso. Ha molto perspicacia. È completamente diversa nel privato. Irriconoscibile. Lei vive di cani e cavalli. Va a letto la sera alle 22.30. Non ha mai fumato o bevuto un bicchiere di alcol. Una vita quasi monacale. In pubblico si mostra in tutt’altro modo.

Perché ha scelto di non mantenere la proprietà di Lamborghini Auto? Non Le dispiace che il brand iconico delle auto sia di proprietà tedesca Audi dal 1998?

Non l’ho scelto io. L’ha scelto mio padre in un momento in cui tutte le aziende automobilistiche fallivano. Ferrari cedeva alla Fiat per un 5% il pacchetto azionario. Maserati vendeva alla Citroen per “due lire”. Jaguar vendeva alla Ford. Rolls Royce stava in piedi perché finanziata dal governo britannico. Le case minori morivano tutte. Io avevo una quota (quella di mia madre) che mi era stata donata. Abbiamo avuto la fortuna di vendere molto bene. Chi comprò non era capace di gestire e l’azienda pian piano andò peggio. Poi subentrarono gli americani delle Chrysler, ma non furono capaci di gestire e non furono accettati dalle maestranze e avevano la pretesa che l’azienda diventasse americana. Ben vanga l’Audi. Il prodotto è italiano, ma la guida è tedesca. È innegabile che i tedeschi sanno condurre e sono accettati dalle maestranze. Il prodotto è rimasto con lo spirito di Ferruccio Lamborghini.

Non ha più niente delle quote di Lamborghini Auto?

No. Mio padre me lo ha insegnato. O abbiamo la maggioranza o siamo fuori. O tutto o niente. O dentro o fuori.

Come utente sì, però?

Ho un museo di seimila metri quadrati con tutti i prototipi e le vetture storiche Lamborghini e ovviamente anche qualche Lamborghini da usare ce l’ho.

Vada piano, mi raccomando…

Oh, io vado pianissimo

Nel mio ultimo libro (“Fortuna o Talento?”) parlo di fortuna e di talento. Quanto talento e quanta fortuna in proporzione nella Sua vita? Ci sono altri elementi? Cosa consiglia oggi agli imprenditori?

Sicuramente io sono un uomo fortunato. L’importante è non abbattersi e credere nel giorno dopo. Creatività tanta. Coraggio tanto. Ambizione tantissima. Ben lontano dal voler competere con mio padre, altrimenti avrei perso in partenza. Tutti questi ingredienti fanno sì che io sia abbastanza soddisfatto. Qualche battaglia l’ho persa, molte le ho vinte. Suggerisco ai giovani che volere è potere.

Quale di questi per il cliente tipo di Tonino Lamborghini sono prioritari? Lusso, eccellenza o ambizione?

Il lusso senz’altro. L’eccellenza italiana la mettiamo al primo posto. Io ritengo che noi italiani siamo più bravi di altri. Non abbiamo grandi risorse, ma abbiamo una marcia in più. L’ambizione da parte mia, sicuramente.  Io mi alzo la mattina e voglio dare il meglio di me stesso. Questo me lo insegnava mio padre. L’ambizione da parte dell’acquirente Lamborghini presumo ci sia. Cerca di comprare una parte di qualcosa che non ha tu o forse un altro non gli offre. 

Nel Suo libro “Ferruccio Lamborghini. I trattori” lei parla degli inizi dell’Azienda Lamborghini. Qual è la più importante lezione utile per il futuro che Lei ha appreso da Suo padre, utile anche per altri imprenditori?

Innanzi tutto, le idee molto chiare. Mio padre aveva idee molto chiare ed era molto tecnico. Quando dai un input a un collaboratore così è più facile. È libero di fare e creare, ma con caratteristiche e prerogative certe. Mia mamma guidava uno stabilimento di trattori con mille dipendenti e negli anni ’50 per una donna non era facile. Io ho visto lavorare mio padre tutto il giorno con l’aiuto di mia madre. Idee chiare e molto lavoro, anche se mio padre amava divertirsi, le belle automobili e le belle donne… Mia madre era un po’ meno contenta! (ride). Amicizia con i dipendenti. Comunicazione facile. Bastone e carota. Ci sono famiglie che contano sulla certezza di un salario e sulla soddisfazione che hanno a fine giornata per il lavoro svolto. Sono punti chiave che ho tenuto presente. Non so se sono stato bravo come mio padre. Io ci ho provato con un’altra formula meno ammirevole.        

Progetti per il futuro?

Io producevo piccole vetture elettriche vent’anni fa. Come per tutti nel settore durante il 2008 il settore delle microvetture ha subito una forte decrescita. Il mercato italiano non esiste più. Rimangono due aziende francesi, possedute da Renault e Citroen. Quindi mi sono trasferito in Asia con la produzione. Tra India e Cina produco scooter e vetture elettriche. Sono già partite e avrebbero dovuto avere un’esplosione commerciale, ma c’è stato un rallentamento in questo periodo in cui tutto si è fermato. Nel mio progetto c’è quello di ripartire. Io credo molto nella vetturetta elettrica. Anche il Papa girava in Vaticano con la mia Papa-mobile elettrica.  

Quali sono i numeri della Tonino Lamborghini oggi?

I primi mercati di Tonino Lamborghini sono Far East (30%) e Medio Oriente (30%). Il restante 40% è spalmato su tutti gli altri mercati globali, con gli Stati Uniti e Brasile a prevalere. Tonino Lamborghini vende i propri articoli Worldwide grazie al suo e-shop, ma la distribuzione tradizionale del marchio bolognese è soprattutto in Cina, Medio Oriente, USA ed Europa. Con una presenza commerciale in 60 nazioni, 15 accordi di partnership attualmente attivi con copertura internazionale e oltre 100 distributori internazionali.

BEESNESS n. 2, 2019 – Marzo / Aprile 2019

INTERVISTA DI GIORGIO NADALI PER FORTUNE ITALIA del 13 settembre 2018

Tonino Lamborghini

L’azienda Tonino Lamborghini è stata fondata nel 1981 dal commendatore, erede della famiglia Lamborghini. Oggi l’azienda ha sede nello splendido Palazzo del Vignola, villa rinascimentale alle porte di Bologna realizzata dal famoso architetto Jacopo Barozzi, detto Il Vignola. Traendo ispirazione dal suo heritage familiare e dalle sue esperienze professionali nel campo dell’ingegneria meccanica e del design automobilistico, Lamborghini ha creato un ‘lifestyle experience brand’ con un’ampia gamma di prodotti di lusso: orologi, occhiali, cellulari, profumi, complementi d’arredo, abbigliamento, accessori sportivi, prodotti beverage, hotel a 5 stelle, lounge e ristoranti a marchio.
Da oltre 30 anni, interpreta un universo di stile italiano, rimanendo fedele alla tradizione e alla storia della famiglia Lamborghini. Tutti i prodotti si contraddistinguono per il simbolo del ‘Toro che carica’ su sfondo rosso.

Qual è il punto di forza della Tonino Lamborghini?
La strategia di brand extension che ho intrapreso sin dai primi anni ‘80 rappresenta un caso abbastanza unico nel panorama nazionale, tanto da essere diventato case history studiato presso numerose università. Oggi è normale per una griffe portare avanti un concetto di lifestyle a tutto tondo, ma posso affermare senza vanità che il mio eclettismo mi ha portato ad essere diverso e originale sin dagli esordi, rinnovando e diversificando i prodotti pur mantenendo salde le radici valoriali del brand. Traendo ispirazione dal mio heritage familiare e dalle mie precedenti esperienze professionali nel campo dell’ingegneria meccanica e del design automobilistico, posso dire di aver creato un vero e proprio “lifestyle experience brand” con un’ampia gamma di prodotti di lusso. Il punto di forza dei miei prodotti e progetti, oltre ad un marchio riconosciuto in tutto il mondo e simbolo di italianità, è ovviamente il design fortemente evocativo dei valori caratterizzanti la storia della mia famiglia: la passione per le quattro ruote, l’ingegneria meccanica, lo stile italiano. Il Dna Lamborghini è infatti la fonte di ispirazione di tutti gli accessori del brand che vantano accorgimenti stilistici dedicati in particolar modo a un target di appassionati del mondo delle auto sportive di lusso.

Di cosa va particolarmente fiero nei risultati conseguiti?
Uno dei progetti più sfidanti e che negli ultimi anni ci ha dato grandi soddisfazioni sia in termini economici che di comunicazione è quello dell’hotellerie, hotel a 5 stelle firmati Tonino Lamborghini in Cina. A questo progetto si è da poco aggiunto anche il real estate: edifici di lusso a marchio, a scopo sia residenziale che commerciale, per una vera e propria esperienza di total living italiano firmata Tonino Lamborghini. Nei prossimi 15 anni, avremo sia dei building a marchio nelle città cinesi di Zhengzhou, Shanghai, Shenzhen, Chengdu e Hangzhou, sia una community residenziale di lusso di oltre 40 ettari nel Meydan One district di Dubai. A seconda delle esigenze del cliente, le unità immobiliari Tonino Lamborghini potranno essere progettate con il concept design e gli arredi della linea Tonino Lamborghini Home, che include mobili, ceramiche, accessori per la casa e l’ufficio. Inoltre, saranno realizzati anche club, lounge, ristoranti, caffè, palestre, spa e negozi a marchio Tonino Lamborghini oltre a un centro commerciale multibrand.

Perché Lei ha preferito il settore moda a quello storico di famiglia delle auto, che è stato ceduto all’Audi?
Il settore fu ceduto da mio padre alla fine degli anni ’70 ed è arrivato in mano tedesca solo a fine anni ’90. Per una mia vocazione personale fin da ragazzo mi sono cimentato nell’ambito del design, inizialmente con i trattori Lamborghini, poi con altri prodotti industriali del gruppo familiare. Agli inizi degli anni ‘80 stavo coadiuvando mio padre nelle aziende del Gruppo Lamborghini, ma sentivo il bisogno di fare qualcosa di esclusivamente mio, diverso dal mondo dei motori. Da sempre ero appassionato di moda e accessori. Così con poche risorse ho mosso i primi passi in un mondo imprenditoriale creato da me. La mia forza erano le idee, una grande volontà e un po’ di fiuto. Mi piaceva tantissimo lo stile di marchi come Gucci e di Hermès e mi sono ispirato a loro nel creare un’attività parallela di prodotti firmati Tonino Lamborghini. Come Hermès e Gucci si ispiravano al mondo equestre con elementi iconici come la staffa o il morsetto, io ho preso ispirazione dal cuscinetto, dalla biella, dal dado cieco, dalle sospensioni… Ciò nonostante, senza voler competere con le aziende automobilistiche di mio padre, 20 anni fa ho costruito city car elettriche oggi in fase di trasferimento produttivo in Corea e in India.

Cos’è il successo per Lei?
Il successo per me è l’apprezzamento della clientela e del mondo economico, nel rispetto della creatività che mi caratterizza.

Ci parli del progetto Tonino Lamborghini Hospitality
Sono 3 gli Hotel a 5 stelle firmati Tonino Lamborghini attualmente aperti in Cina: il ‘Tonino Lamborghini Library Boutique Hotel’ a Suzhou, il ‘Tonino Lamborghini City Center Hotel’, a Kunshan e il “Tonino Lamborghini Lake Side Hotel” a Huangshi. Il quarto hotel in via di apertura è il Tonino Lamborghini Museum Hotel Changde, un boutique hotel racchiuso in un edificio storico cinese che unisce la tradizione locale con il design innovativo del brand e servizi esclusivi. Con il partner cinese abbiamo in progetto un totale di 10 hotel a cinque stelle nei prossimi 5 anni, tra cui due progetti di Resort a marchio. La differenza tra il nostro progetto e quello di altre catene alberghiere è da ricercare sempre nel mio Dna, nelle radici storiche dei valori del marchio. Chi entra nei miei Hotel, entra nel mio mondo, nel mio lifestyle, vive il mio stile a 360 gradi: i clienti possono degustare il mio caffè, la mia selezione di etichette di vino italiano, accomodarsi nelle mie poltrone in pelle italiana, vivere l’esperienza che offrono i nostri Lounge, comprare nelle boutique i nostri accessori luxury e quindi respirare l’atmosfera di tutto il mio design.

A quando un Tonino Lamborghini Lounge in Italia?
La vocazione del marchio si ispira al motto “Se non posso offrirvi l’Italia, vi darò il suo feeling!” e non vedo la ragione di offrire l’italianità agli italiani!

Dai rasaerba ai profumi e alle scarpe. Dagli smartphone agli occhiali agli orologi. E poi arredamenti, piastrelle, golf, biciclette, bevande, hotel. Perché una diversificazione così ampia?
Nella famiglia Lamborghini siamo tutti molto eclettici. Mio padre è partito dai trattori e dopo aver realizzato le auto più belle della storia, sistemi di riscaldamento e raffreddamento e componenti oleodinamici è arrivato a costruire un agriturismo e una azienda vinicola. Il mio eclettismo è più legato al design, pertanto ho cominciato negli anni ’80 con una linea di orologi e occhiali e, dopo aver sperimentato gli accessori più classici dello stile, oggi firmo hotel a 5 stelle e persino un energy drink. Categorie merceologiche totalmente diverse, ma assolutamente accomunate da uno spirito senza compromessi. Il mio istinto creativo è totalmente libero e senza limiti, un’idea mi può venire nel cuore della notte, come durante la visita di una galleria d’arte o una fiera…

Perchè dovrei acquistare un immobile Royal Pearls Lamborghini a Dubai?
Perché no, visto che noi offriamo un’intera città nella città non semplicemente un building. Ritengo sia l’ultima frontiera dell’hotellerie e la proposta più eccitante sul mercato. Se fino a ieri il lusso era mera ostentazione pubblica di un accessorio esclusivo, oggi si vive in una dimensione sempre più privata che si estrinseca specialmente in uno stile abitativo iconico e su misura.

Quali sono i vostri numeri?
A livello di fatturato retail globale dell’anno fiscale 2017 (che per noi si è chiuso a giugno) siamo attorno ai 400 mln di euro; se invece ragioniamo sull’anno solare 2018 puntiamo ad un aumento del 20% di fatturato.

Tre parole e un motto per definire la Tonino Lamborghini
Intraprendente, sfidante, eclettico. Il mio motto è da sempre Puro Talento Italiano.

Tre consigli di Tonino Lamborghini ai nuovi giovani imprenditori
Credere fortemente nelle proprie ambizioni. Non fermarsi mai al primo ostacolo. Poi vorrei ricordare una frase che mio padre aveva appreso dal suo maestro e che ho voluto scolpire su una parete del Museo che gli ho dedicato (il Museo Ferruccio Lamborghini di Argelato): “E se lavorerai con buona voglia, il frutto verrà dopo la foglia”.

Qual è il suo mercato preferito nel mondo e perché?
Sin dall’inizio di questa nuova impresa, ovvero sin dal 1981, il mercato asiatico è stato il mio mercato preferito. Come Marco Polo cercavo nuovi territori da esplorare: in particolare ero attratto dalla Cina, un Paese dove il mio nome era totalmente sconosciuto e ricevevo apprezzamenti non tanto per il mio cognome quanto per la mia proposta creativa.

Cos’è la fortuna per Lei?
È quella impalpabile opportunità che ti può toccare anche quando le cose vanno male.