di Giorgio Nadali
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“I nostri cittadini non devono essere peggiori degli uccelli e di molti altri animali, i quali, generati in grandi frotte, sino all’età della procreazione, non ancora accoppiati, vivono casti e puri, e quando giungono all’età giusta, il maschio si accoppia con la femmina che più gli è gradita, e la femmina con il maschio, e vivono tutto il resto del tempo nella santità e nel rispetto della giustizia, mantenendo stabili i primi accordi del loro amore: bisogna che i nostri cittadini siano appunto migliori delle bestie”. Platone, Leggi, IV sec. a.e.c.
“La Bibbia contiene sei ammonimenti agli omosessuali e 362 ammonimenti agli eterosessuali. Ciò non significa che Dio non ama gli eterosessuali. È solo che hanno bisogno di più controllo”. Lynn Lavner, Butch Fatale, 1992
BIBBIA
Originale A.T.: tow`ebah (abominio)
Originale N.T.: malakos
«Non avrai con maschio (zakar) relazioni (shakab = rapporto sessuale, relazione carnale) come si hanno (mishkab) con donna (‘ishshah): è abominio (tow`ebah)” (Lv 18,22).
«Se uno ha rapporti con un uomo come con una donna, tutti e due dovranno essere messi a morte; hanno commesso un abominio; il loro sangue ricadrà su di loro». (Lv 20,13)
«Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adulteri, né effemminati, né sodomiti… erediteranno il regno di Dio». (1 Cor 6,9-10 e 1 Tim 1,10)
«Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s’addiceva al loro traviamento… E pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa». (Rm 1,26-32)
SODOMIA
Originale A.T.: qadesh Originale N.T.: (arsenokoitai)
. (Arsenokoitai). Letteralmente: “Colui che entra dal retro”. E’ il termine greco del Nuovo Testamento, ma non si riferisce alle porte di servizio. E’ il qedeshah giudaico, detto anche keleb, cioè “cane”. Termine ripreso in Apocalisse: «Fuori i cani ()» (Ap 22,15) non è rivolto ai quadrupedi . Un prostituto sacro, devoto del dio cananeo della fertilità Ba’al: i suoi riti di fertilità dovevano riprodurre i suoi rapporti con la sorella Anat. La capitale di questo rito? Sodoma.
Il termine “sodomita” non esiste nell’Antico Testamento. Viene reso con qedeshah: «Non vi sarà alcuna donna qedeshah dedita alla prostituzione sacra tra le figlie d’Israele, né vi sarà alcun uomo qadesh dedito alla prostituzione sacra tra i figli d’Israele». (Dt 23,17)
TRAVESTITISMO
Originale A.T.: tow`ebah (abominio.) Originale N.T.: –
«La donna (‘ishshah) non si metterà un indumento da uomo né l’uomo (geber) indosserà (labash) una veste (simlah) da donna; perché chiunque fa tali cose è in abominio (tow`ebah) al Signore tuo Dio (Yehovah)». (Dt 22,5)
Nel culto di divinità straniere come Dionisio e Astarte gli uomini si vestivano con abiti femminili, non prima di essersi castrati e d’aver offerto i loro “gioielli” alla dea. Paganesimo libidinoso. Un abominio per il popolo dell’alleanza. Una devianza per la moderna psicologia.
Troviamo chiaramente il termine nel Nuovo, con San Paolo: «Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adulteri, né effemminati,
né sodomiti Malakoi oute arsenokoitai … erediteranno il regno di Dio».
(1 Cor 6,9-10 e 1 Tim 1,10)
EBRAISMO
Maschile
Condannata. Questi atti sono esplicitamente proibiti da Dio in Levitico 18,22: «Non avrai con maschio relazioni come si hanno con donna: è abominio» e in Lv 20,13: «Se uno ha rapporti con un uomo come con una donna, tutti e due dovranno essere messi a morte; hanno commesso un abominio; il loro sangue ricadrà su di loro». La lingua ebraica non è molto tenera con l’omosessuale maschio: è volgarmente chiamato mitromèm. Il suo corrispondente femminile è la mitromèmet, che potremmo normalmente tradurre come sgualdrina. Entrambe sono dei Hel’à tinòfet. Colpa grave
Femminile
Consentita, secondo il Talmud. (Shabbat 65a).
CRISTIANESIMO
Lo scrittore e attivista gay David Morrison cercò di coniugare la sua fede battista con la sua omosessualità, ma trovò solo forzature della Parola di Dio, all’interno della sua Chiesa, favorevole all’attività omosessuale. Scrisse Out of the closet, and into chastity. Aveva bisogno di una “grazia che costi” come la chiama Paul Heffer. Non fu la convinzione che la prosmicuità è connaturale al suo stato psicologicamente narcisistico pre-edipico, né il dovere incontrare un
amico eterosessuale sentendo di dovergli tristemente chiarire: «questo è un abbraccio pulito», né il sapere che l’uno percento degli omosessuali considera valido il proprio rapporto col padre o che otto su dieci sono guariti con lo psicoanalista prima dei sedici anni e sei su dieci dopo i venticinque. Non fu il senso di colpa. Fu la fede.
Ortodossi . Condannata
Battisti. Neutrali
Episcopali. Neutrali
Presbiteriani. Tollerata
Avventisti. Condannata
Metodisti. Condannata
Anglicani. Condannata
Quaccheri. Condannata
Nondenominazionali. Neutrali
Ecumenici: Tollerata
Cattolicesimo
1. La Lettera “La cura pastorale delle persone omosessuali” ricorda che la Dichiarazione su alcune questioni di etica sessuale pubblicata nel 1975 dalla Congregazione per la dottrina della fede “teneva conto della distinzione comunemente operata fra condizione o tendenza omosessuale e atti omosessuali”; questi ultimi sono “intrinsecamente disordinati” e “non possono essere approvati in nessun caso” (n. 3).
2. Dal momento che “nella discussione che seguì la pubblicazione della Dichiarazione, furono proposte delle interpretazioni eccessivamente benevole della condizione omosessuale, tanto che qualcuno si spinse fino a definirla indifferente o addirittura buona”, la Lettera prosegue precisando che la particolare inclinazione della persona omosessuale “benché non sia in sé peccato, costituisce tuttavia una tendenza, più o meno forte, verso un comportamento intrinsecamente cattivo dal punto di vista morale. Per questo motivo l’inclinazione stessa dev’essere considerata come oggettivamente disordinata.
Pertanto coloro che si trovano in questa condizione dovrebbero essere oggetto di una particolare sollecitudine pastorale perché non siano portati a credere che l’attuazione di tale tendenza nelle relazioni omosessuali sia un’opzione moralmente accettabile” (n. 3).
3. “Come accade per ogni altro disordine morale, l’attività omosessuale impedisce la propria realizzazione e felicità perché è contraria alla sapienza creatrice di Dio.
Quando respinge le dottrine erronee riguardanti l’omosessualità, la chiesa non limita ma piuttosto difende la libertà e la dignità della persona, intese in modo realistico e autentico” (n. 7).
4. Con riferimento al movimento degli omosessuali, la Lettera afferma: “Una delle tattiche usate è quella di affermare, con toni di protesta, che qualsiasi critica o riserva nei confronti delle persone omosessuali, delle loro attività e del loro stile di vita, è semplicemente una forma di ingiusta discriminazione” (n. 9).
5. “È pertanto in atto in alcune nazioni un vero e proprio tentativo di manipolare la chiesa conquistandosi il sostegno, spesso in buona fede, dei suoi pastori, nello sforzo volto a cambiare le norme della legislazione civile. Il fine di tale azione è conformare questa legislazione alla concezione propria di questi gruppi di pressione, secondo cui l’omosessualità è almeno una realtà perfettamente innocua, se non totalmente buona. Benché la pratica dell’omosessualità stia minacciando seriamente la vita e il benessere di un gran numero di persone, i fautori di questa tendenza non desistono dalla loro azione e rifiutano di prendere in considerazione le proporzioni del rischio, che vi è implicato” (n. 9).
6. “Essa (la chiesa) è consapevole che l’opinione, secondo la quale l’attività omosessuale sarebbe equivalente, o almeno altrettanto accettabile, quanto l’espressione sessuale dell’amore coniugale, ha un’incidenza diretta sulla concezione che la società ha della natura e dei diritti della famiglia, e li mette seriamente in pericolo” (n. 9).
7. “Va deplorato con fermezza che le persone omosessuali siano state e siano ancora oggetto di espressioni malevole e di azioni violente. Simili comportamenti meritano la condanna dei pastori della chiesa, ovunque si verifichino. Essi rivelano una mancanza di rispetto per gli altri, lesiva dei principi elementari su cui si basa una sana convivenza civile. La dignità propria di ogni persona dev’essere sempre rispettata nelle parole, nelle azioni e nelle legislazioni.
Tuttavia, la doverosa reazione alle ingiustizie commesse contro le persone omosessuali non può portare in nessun modo all’affermazione che la condizione omosessuale non sia disordinata. Quando tale affermazione viene accolta e di conseguenza l’attività omosessuale è accettata come buona, oppure quando viene introdotta una legislazione civile per proteggere un comportamento al quale nessuno può rivendicare un qualsiasi diritto, né la chiesa né la società nel suo complesso dovrebbero poi sorprendersi se anche altre opinioni e pratiche distorte guadagnano terreno e se i comportamenti irrazionali e violenti aumentano” (n. 10).
8. “Dev’essere comunque evitata la presunzione infondata e umiliante che il comportamento omosessuale delle persone omosessuali sia sempre e totalmente soggetto a coazione e pertanto senza colpa. In realtà anche nelle persone con tendenza omosessuale dev’essere riconosciuta quella libertà fondamentale che caratterizza la persona umana e le conferisce la sua particolare dignità” (n. 11).
9. “Nel valutare eventuali progetti legislativi, si dovrà porre in primo piano l’impegno a difendere e promuovere la vita della famiglia” (n. 17).
Castità e omosessualità nel Catechismo della Chiesa Cattolica
2357 L’omosessualità designa le relazioni tra uomini o donne che provano un’attrattiva sessuale, esclusiva o predominante, verso persone del medesimo sesso. Si manifesta in forme molto varie lungo i secoli e nelle differenti culture. La sua genesi psichica rimane in gran parte inspiegabile. Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, 238 la Tradizione ha sempre dichiarato che « gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati ». 239 Sono contrari alla legge naturale. Precludono all’atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati.
2358 Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali profondamente radicate. Questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte di loro una prova. Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione.
2359 Le persone omosessuali sono chiamate alla castità. Attraverso le virtù della padronanza di sé, educatrici della libertà interiore, mediante il sostegno, talvolta, di un’amicizia disinteressata, con la preghiera e la grazia sacramentale, possono e devono, gradatamente e risolutamente, avvicinarsi alla perfezione cristiana.
ISLAM
L’omosessualità (hudud) è un peccato grave. Nel Corano troviamo scritto: «E Lot, quando disse al suo popolo: “compirete forse voi questa turpitudine, tale che mai nessuno la commise prima di voi al mondo? – Poiché voi vi avvicinate per libidine agli uomini anziché alle donne, anzi voi siete un popolo senza freno alcuno” . – Ma la risposta del suo popolo non fu che questa: “cacciateli fuori della vostra città! Sono uomini che voglion farsi passare per puri!”… E facemmo piovere su loro una pioggia distruttrice: considera dunque quale fu la fine degli scellerati”». (Sura 7,80-84) Quindi, nella legge Islamica, l’omosessualità attiva è punita come crimine contro le leggi di Dio, mediante cento frustate, se l’uomo è celibe e con la pena di morte se è sposato. Il partner passivo dev’essere ucciso in ogni caso. Per le donne omosessuali la legge Islamica prevede cento frustate, se sono nubili e la lapidazione se sono sposate.
Il Corano proibisce i rapporti sessuali fuori dal matrimonio. La punizione consiste in 100 frustate per i colpevoli non sposati o nella lapidazione per quelli sposati (secondo gli hadith del profeta Maometto ). Il colpevole dev’essere un musulmano praticante adulto e l’accusa va sostenuta da quattro testimoni musulmani maschi testimoni della penetrazione della donna. Per i rapporti omosessuali la pena di morte è prevista in Arabia Saudita (con esecuzione in pubblico), Emirati Arabi Uniti, Iran, Mauritania, Sudan, Somalia e Yemen (dopo l’esecuzione di una tortura).
INDUISMO
Neutrale
BUDDHISMO
L’omosessualità è vista negativamente dal Buddhismo classico, in quanto infrange il terzo precetto: astenersi dall’abuso dei sensi.
La castità rimane l’ideale buddhista per tutti. Tuttavia il Buddhismo è aperto ad una trasformazione dell’etica e non ha assoluti su ciò che è interamente buono o cattivo. Molto dipende dalle intenzioni e non dalle norme morali.
Buddhaghosa mette in guardia dal micchâdhamma come desiderio sessuale per lo stesso sesso.
SHINTOISMO
L’omosessualità è tollerata. Ihara Saikaku scrisse che i templi buddhisti ed i santuari shintoisti erano luoghi dove le persone omosessuali potevano trovarsi a proprio agio. Tuttora nel teatro giapponese kabuki, l’attore di parti femminili nagata non lascia mai questo ruolo, anche nella vita quotidiana.
Per approfondire:
Giorgio Nadali, Sessualità, religioni e sette. Amore e sesso nei culti mondiali, Roma, Armando, 1999 (Citare la fonte)
Ordina il libro: http://www.unilibro.it/libro/nadali-giorgio/sessualita-religioni-e-sette-amore-e-sesso-nei-culti-mondiali/9788871449326
Giorgio Nadali
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