Le opere di misericordia corporale. 3. Vestire gli ignudi
«Nulla è scandaloso quanto gli stracci e nessun crimine è vergognoso quanto la povertà» diceva il drammaturgo irlandese George Farquhar. “Mi avete visto nudo e mi avete vestito”. A parlare così è Gesù stesso nel Vangelo di Matteo (25,36). Il digiuno (spirituale) che Dio vuole è la carità di chi si prende cura di chi non ha nemmeno degli indumenti con i quali coprirsi. Dice infatti il profeta Isaia: “Non è piuttosto questo il digiuno che voglio: … Non consiste forse nel dividere il pane con l’affamato, nell’introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo, senza distogliere gli occhi da quelli della tua carne?” (Isaia 58,6-7). Secondo l’organizzazione Humana “L’ONU ha stimato che il bisogno annuo pro capite di indumenti è di almeno 2 chili. In Mozambico la produzione nazionale di abbigliamento riesce a coprire il 10% della domanda; un altro 10% è coperto dalle importazioni. Questo significa che il restante 80% della popolazione deve servirsi dell’offerta di indumenti usati. Humana invia gli abiti raccolti in Africa, in particolare al centro di smistamento di Beira in Mozambico. La distribuzione gratuita creerebbe solo dipendenza e non favorirebbe la crescita economica. Qui, dopo la selezione, il materiale è distribuito gratuitamente solo nei casi d’emergenza. In condizioni normali i vestiti sono destinati alla vendita al dettaglio nei punti vendita di Humana o all’ingrosso ai commercianti della provincia. Questi rivendono poi gli indumenti nei mercati locali. Quali benefici traggono le popolazioni locali dall’arrivo degli abiti usati?
La vendita dei vestiti, soprattutto nelle zone rurali, innesca un ciclo economico che stimola il commercio e lo sviluppo, e crea posti di lavoro. A Beira, in Mozambico, la consorella locale di Humana (ADPP Mozambico) gestisce un centro di smistamento degli abiti che giungono dall’Europa. Solo qui i dipendenti coinvolti nell’intera gestione dell’attività (smistamento, vendita diretta, vendita all’ingrosso, distribuzione nei casi d’emergenza, amministrazione) sono 220. In totale in Mozambico le persone addette allo smistamento in tutti i centri di ADPP sono 400. A questa cifra si sommano i circa 19.000 posti di lavoro indotti che si stima vengano creati grazie alla vendita ai piccoli mercanti impegnati in tutto il paese. L’acquisto da parte della popolazione locale di vestiti usati ha una ricaduta vantaggiosa e consistente sui programmi umanitari che Humana gestisce in Africa. Il ricavato della vendita viene riversato sulla gestione delle scuole primarie, professionali o magistrali; sulla prevenzione dell’HIV/AIDS, sull’avvio e sulla gestione delle piantagioni di anacardi, sugli interventi di aiuto all’infanzia.L’utile della vendita dei vestiti non rimane mai immobilizzato: questo è reimpiegato a favore dei beneficiari dei progetti di sviluppo che Humana gestisce localmente. Humana, in oltre 15 anni di attività, ha contribuito al sostegno dei progetti con l’invio di quasi 11 milioni di chili di indumenti per un valore economico di oltre 4 milioni di euro. Molte Caritas diocesane si occupa della raccolta di indumenti usati.
Secondo la Caritas “la raccolta è un evento straordinario ma non è un fatto isolato, né un iniziativa a sé rispetto a quanto ordinariamente Caritas propone. L’invito a non gettare i vestiti usati ha, infatti, una valenza educativa. Gli indumenti usati non sono solo un rifiuto da smaltire, una fonte di inquinamento o un inutile ingombro per gli armadi: essi possono essere recuperati e diventare una vera e propria risorsa economica. Forte significato ha anche il gesto di chi passa a raccogliere ciò che è di avanzo per trasformarlo in una nuova risorsa. Tutto ciò quindi si può collegare con l’educazione ad uno stile di sobrietà che richiama ad un più complessivo modo di vivere”.
Il patrono dei mendicanti – San Martino di Tours – ha dato l’esempio intorno all’anno 350. Figlio di un ufficiale dell’esercito romano si arruola e mentre attraversa al Gallia scorge un mendicante. Taglia in due con la spada il suo mantello militare per coprire il povero. Martino si farà poi battezzare e diverrà sacerdote e poi vescovo di Tours, fondatore del monastero di Marmoutier.
Oggi Su 2,2 miliardi di bambini al mondo, circa la metà, 1 miliardo vive in povertà. Secondo l’UNICEF, 22.000 bambini muoiono ogni giorno a causa della povertà. Nel 2011, 165 milioni di bambini sotto i 5 anni erano rachitici per l’impossibilità di alimentarsi sufficientemente. Le 300 persone più ricche del mondo dispongono della stessa ricchezza dei 3 miliardi dei più poveri. Alla “povertà estrema” appartiene chi vive con meno di 1,25 dollari: 1,4 miliardi di persone al mondo (75% donne). Dal 1990 ad oggi 1 miliardo di persone sono uscite dalla povertà. Aspettano un San Martino. Tutti possiamo esserlo.
Giorgio Nadali