I misteri del Santo Natale
di Giorgio Nadali
Il Natale è la festività cristiana che celebra la nascita di Gesù. Cade il 25 dicembre (il 7 gennaio nelle Chiese orientali, per lo slittamento del calendario giuliano).Il termine italiano Natale deriva dal latino Natalis che significa “natalizio, relativo alla nascita”.Nel calendario romano il termine Natalis veniva impiegato per molte festività, come il Natalis Romae (21 aprile) che commemorava la nascita dell’Urbe, e il Dies Natalis Solis Invicti la festa dedicata al nascita del Sole, anch’essa il 25 dicembre, introdotta da Aureliano nel 273 d.C., soppiantata progressivamente durante il III secolo dalla ricorrenza cristiana. Da allora in poi il natale ha cominciato a commemorare il Natale Christi. Il Natale è anche chiamato Natale di Gesù o Natività del Signore e preceduto dall’aggettivo santissimo (talvolta abbreviato in S.S.). Secondo il calendario liturgico cristiano è una solennità di livello pari all’ Epifania, Ascensione e Pentecoste ed inferiore alla Pasqua (la festività più importante in assoluto) e certamente la più popolarmente sentita, soprattutto a partire dagli ultimi due secoli. Il Natale viene celebrato il 25 dicembre da molte delle chiese cristiane, comprese la chiesa cattolica, quella protestante e alcune chiese ortodosse (ad esempio quella greca e quella bulgara). Le chiese ortodosse russa, serba e di Gerusalemme invece celebrano il 7 gennaio. Il motivo di questa differenza è che queste chiese non accettano la riforma gregoriana del calendario, promulgata da papa Gregorio XIII nel 1582, e continuano a seguire il vecchio calendario giuliano, il cui 25 dicembre corrisponde al nostro 7 gennaio (questa corrispondenza è valida dal 1900 al 2099). La chiesa armena pone maggiore enfasi sull’Epifania, la visitazione dei Magi, celebrando contemporaneamente il Natale il 6 gennaio. La chiesa armena di Gerusalemme però utilizza il calendario giuliano, e la festività cade il 19 gennaio. I paesi che celebrano il Natale il 25 dicembre riconoscono il giorno precedente come la Vigilia. In Olanda, in Germania, in Scandinavia ed in Polonia il giorno di Natale ed i giorni successivi sono chiamati Primo e Secondo giorno di Natale. In Gran Bretagna, Canada e Australia, il 26 dicembre viene chiamato Boxing day, mentre in Italia, Irlanda e Romania viene chiamato giorno di Santo Stefano.
La nascita di Gesù
La festa del Natale è la celebrazione della nascita di Gesù. Secondo i Vangeli, egli nacque da Maria a Betlemme, dove lei e suo marito Giuseppe si recarono per partecipare al censimento della popolazione organizzato dai romani.
Per i suoi discepoli la nascita o natività di Cristo è stata preceduta da diverse profezie secondo cui il messia sarebbe nato dalla casa di Davide per redimere il mondo dal peccato.
Liturgia cristiana
Il calendario liturgico cattolico del rito romano la considera la seconda solennità dopo la Pasqua e conclusiva del periodo d’Avvento. Nella Chiesa latina il giorno di Natale è caratterizzato da quattro messe: la vespertina della vigilia, ad noctem (cioè la messa di mezzanotte), in aurora, in die (nel giorno). Come tutte le solennità, ha una durata maggiore rispetto agli altri giorni del calendario liturgico, infatti, le solennità si fanno iniziare ai vespri del giorno prima facendo così saltare i vespri propri del giorno precedente. Il tempo litugico del natale si conta a partire dal 24 dicembre, per terminare con la domenica del Battesimo di Gesù, mentre il periodo precedente al Natale comprende le quattro settimane d’Avvento.
La data di nascita di Gesù
Non esiste una tradizione autorevole che attesti la data di nascita di Gesù. Se secondo la maggioranza degli storici, l’anno di nascita può essere collocato tra il 7 e il 4 a.C., sul mese e il giorno non vi è alcun dato certo. Nei secoli la questione ha dato vita a ipotesi varie e contrastanti circa la sua collocazione temporale L’avvento del Natale cristiano. Gesù nacque sotto l’Imperatore Cesare Augusto. Questi non poteva essere ancora vivo nell’anno 1 (l’anno 0 non esiste). La data fu scoperta errata dal monaco Dionigi il Piccolo, che nel 527 calcolò la data esatta della nascita di Cristo. Dionigi introdusse quindi l’usanza di contare gli anni ab Incarnatione Domini nostri Iesu Christi, cioè “dall’Incarnazione del nostro Signore Gesù Cristo”. Questa usanza si diffuse in tutto il mondo cristiano entro l’VIII secolo, sostenuta da chierici come Beda il Venerabile. Propriamente, secondo la dottrina cristiana, il momento dell’Incarnazione di Gesù è quello del suo concepimento e non della sua nascita; ma poiché Gesù, secondo la tradizione, nacque il 25 dicembre, concepimento e nascita avvennero nello stesso anno.
I primi secoli
Il Natale non è presente tra i primi elenchi di festività cristiane di Sant’Ireneo e Tertulliano; Origene, probabilmente alludendo ai Natalitia imperiali dichiara che nelle scritture solo i peccatori, e non i santi, celebrano la loro nascita[3]. Arnobio ridicolizza la celebrazione dei “compleanni” degli dei.Nel calendario liturgico della chiesa occidentale la data fu fissata con certezza dal IV secolo. In verità, la Chiesa cristiana non celebrava la nascita di Cristo il 25 dicembre, ma il 6-7 gennaio nel giorno dell’epifania (dal greco epiphàneja: manifestazione, comparsa, apparizione, nascita). Il tentativo di fissare una data in cui celebrare la sua nascita avvenne circa due secoli dopo la sua morte. Data la mancanza di una tradizione autorevole circa la nascita di Gesù (in senso epifanico e umano), il 25 dicembre venne scelto perché così cristiani poterono opporre e sovrapporre alla festa pagana la festa della nascita del vero Sole, Cristo. Il processo attraverso il quale il 25 dicembre divenne la ricorrenza della nascita di Gesù per tutta la cristianità, incominciò nel III e durò fino al secolo successivo e differì temporalmente secondo le diocesi.
Ipotesi sull’origine della data del Natale
Sul fatto che il Natale venga festeggiato il 25 dicembre vi sono diverse ipotesi che possono essere raggruppate in due categorie: la prima che la data sia stata scelta in base a considerazioni simboliche interne al cristianesimo, la seconda che sia derivata dall’influsso di festività celebrate in altre religioni praticate contemporaneamente al cristianesimo di allora. Le due categorie di ipotesi possono coesistere.
Questo primo gruppo di ipotesi spiega la data del 25 dicembre come “interna” al cristianesimo, senza apporti da altre religioni, derivante da ipotesi cristiane sulla data di nascita di Gesù.
· Un’ipotesi afferma che la data del Natale si fonda sulla data della morte di Gesù o Venerdì Santo. Dato che la data esatta della morte di Gesù nei Vangeli non è specificata, i primi Cristiani hanno pensato di circoscriverla tra il 25 marzo e il 6 aprile. Poi per calcolare la data di nascita di Gesù, hanno seguito l’antica idea che i profeti del Vecchio Testamento morirono ad una “era integrale”, corrispondente all’anniversario della loro nascita. Secondo questa ipotesi Gesù morì nell’anniversario della sua Incarnazione o concezione, così la sua data di nascita avrebbe dovuto cadere nove mesi dopo la data del Venerdì Santo, il 25 Dicembre o 6 Gennaio.
· Un’altra ipotesi, invece, vede la data del Natale come conseguenza di quella dell’annunciazione, il 25 marzo. Si riteneva infatti che l’equinozio di primavera, giorno perfetto in quanto equilibrato fra notte e giorno, fosse il più adatto per il concepimento del redentore. Da qui la data del Natale, nove mesi dopo.
· Il sorgere del sole e la luce sono simboli usati nel cristianesimo e nella Bibbia. Ad esempio nel vangelo di Luca, Zaccaria, il padre di Giovanni Battista, descrive la futura nascita di Cristo, come “verrà a visitarci dall’alto un sole che sorge”. Il Natale, nel periodo dell’anno in cui il giorno comincia ad allungarsi, potrebbe essere legato a questo simbolismo.
Il secondo gruppo di ipotesi spiega la data del 25 dicembre come “esterna” al cristianesimo, come un tentativo di assorbimento di culti precedenti al cristianesimo con la sovrapposizione di festività cristiane a feste di altre religioni antiche. C’è chi afferma che la nascita del Cristo derivi dalla tradizione e dalla festa ebraica della luce, la Hanukkah, che cade il venticinquesimo giorno di Kislev e all’inizio del Tevet. Il mese di Kislev è comunemente accettato come coincidente con dicembre. Sotto l’antico Calendario Giuliano, per scelta popolare, la nascita di Cristo venne fissata al 5 a.C., il venticinquesimo giorno di Kislev. In questo senso il cristianesimo avrebbe ripetuto quanto già fatto per le principali festività cristiane come pasqua o pentecoste, che sono derivate dalle corrispondenti festività ebraiche. Nella antica Roma il 25 dicembre era la festa dei Lupercali, la festa della luce. E’ stat presa questa data per significare la Luce che viene nel mondo, cioè Gesù Cristo.
I Vangeli
Nel vangelo di Matteo la nascita di Gesù viene posta durante il regno di Erode il Grande (2,1): questi morì il 13 marzo del 4 a.C., quindi Gesù nacque prima di questa data. Basandosi sul termine di due anni citato da Matteo (2,16), alcuni propongono il 6 a.C.. Anche il vangelo di Luca fa riferimento a Erode (1,5); inoltre dice che Gesù nacque in occasione del censimento indetto dal governatore della Siria Quirinio (2,2). In effetti, Tertulliano riferisce che l’imperatore Augusto aveva bandito un censimento nel 7 a.C.; Quirino, però, divenne governatore solo nel 6 d.C., dopo la deposizione di Archelao, e bandì allora un altro censimento, come riferisce Giuseppe Flavio. Probabilmente Luca, che scrive decenni più tardi, ha confuso le date poiché ad entrambi gli avvenimenti (morte di Erode e deposizione di Archelao) fecero seguito delle turbolenze sociali legate alle attese messianiche degli ebrei. Di recente i biblisti della “scuola di Madrid” hanno proposto una spiegazione alternativa: il passo di Luca sarebbe la traduzione errata di una presunta fonte in lingua aramaica, che parlava in realtà di un censimento precedente a quello di Quirino (quindi quello indicato da Tertulliano).
I vangeli di Marco e Giovanni, invece, non danno alcuna informazione sulla nascita di Gesù: essi infatti iniziano il racconto dalla predicazione di Giovanni Battista, con Gesù già adulto.
La stella di Betlemme
Sono stati fatti diversi tentativi di identificare la “stella” vista dai Magi (Vangelo di Matteo, cap. 2) (i Re Magi sono magi (ossia astrologi), probabilmente del culto di Zoroastro, che secondo il Vangelo di Matteo giunsero da Oriente a Gerusalemme per adorare il bambino Gesù) con un evento astronomico noto: questo consentirebbe di determinare con maggiore precisione la data della nascita di Gesù. Il primo tentativo, in ordine di tempo, fu quello di identificare la “stella” con la cometa di Halley; essa tuttavia passò nel 12 a.C., il che sembra essere troppo presto. In tempi recenti è stato proposto che si sia trattato di un allineamento planetario: da questa ipotesi si ottiene una datazione compresa tra il 7 e il 6 a.C.. Se si riesce ad identificare la stella di Betlemme con un determinato evento astronomico, se ne ottiene un’indicazione sulla data di nascita di Gesù. È stato proposto che si trattasse della cometa di Halley, che fu visibile nel 12 a.C., ma questa data non è compatibile con l’opinione corrente della maggior parte degli storici che datano la nascita di Gesù tra il 7 e il 4 a.C.. Non esiste peraltro alcuna tradizione che identifichi la “stella” con una cometa prima di Giotto. Altri hanno suggerito che non si trattasse di un singolo oggetto celeste, ma di una congiunzione di pianeti: Keplero per primo segnalò che nel 7 a.C. vi fu una tripla congiunzione di Giove con Saturno, evento che, nella sua ripetitività nello stesso anno, si verifica ogni 805 anni. Nel febbraio del 6 a.C., invece, vi furono simultaneamente le congiunzioni di Giove con la Luna e di Marte con Saturno, entrambe nella costellazione dei Pesci.
I doni a Gesù bambino
Mirra- Simbolo di sacrificio. La mirra era uno degli elementi per l’unzione dei defunti per prepararli alal sepoltura. Nella Bibbia è uno dei principali componenti dell’olio santo per le unzioni (Esodo, XXX,23), ma anche un profumo, citato sette volte nel Cantico dei Cantici. La mirra è una gommaresina romatica, estratta da un albero o arbusto del genere Commiphora, della famiglia delle Burseraceae. Attualmente la mirra è utilizzata come componente di prodotti farmaceutici (proprietà disinfettanti) e soprattutto nella profumeria ma in certi paesi come la Francia ed il Belgio. E’ citata 16 volte di cui 3 nei Vangeli.
Matteo 2:11 Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra.
Marco 15:23 e gli offrirono vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese.
Giovanni 19:39 Vi andò anche Nicodèmo, quello che in precedenza era andato da lui di notte, e portò una mistura di mirra e di aloe di circa cento libbre.
Incenso – Simbolo di santità. Gesù sommo sacerdote. I cristiani ortodossi in Grecia lo comprano come le caramelle. Nel negozio scelgono il tipo desiderato e con una paletta lo mettono in un sacchetto e lo acquistano a peso. Sono grossi cristalli multicolore. Anche la chiesa russo ortodossa lo vende ai fedeli in scatolette colorate. I fedeli lo accendono personalmente in chiesa o in casa davanti alle icone.. A Gesù bambino fu donato dai Magi perché l’incenso è simbolo di santità. Non a caso la pianta da quale proviene l’incenso si chiama Boswellia Sacra ed è usato in diverse religioni. E’ citato 124 volte nella Bibbia, di cui 4 nei Vangeli e 1 nell’Apocalisse.
Matteo 2:11 Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra.
Oro – Simboleggia la regalità di Cristo. Nella Bibbia viene citato molte volte ed è l’elemento con cui dove essere costruita l’Arca dell’Alleanza nell’Esodo (25,10-13) secondo la volontà di Dio stesso: “Faranno dunque un’arca di legno di acacia: avrà due cubiti e mezzo di lunghezza, un cubito e mezzo di larghezza, un cubito e mezzo di altezza. La rivestirai d’oro puro: dentro e fuori la rivestirai e le farai intorno un bordo d’oro. Fonderai per essa quattro anelli d’oro e li fisserai ai suoi quattro piedi: due anelli su di un lato e due anelli sull’altro. Farai stanghe di legno di acacia e le rivestirai d’oro”.
Giorgio Nadali
Pubblicato sulla rivista “Il Segno del Soprannaturale” N. 258 – Dicembre 2009 http://www.giorgionadali.it/segnosopr.html
Pubblicato su L’Opinionista del 24.12.2009 http://www.lopinionista.it/notizia.php?id=356