di Giorgio Nadali
Calendario gregoriano e Anno bisestile
Fu il papa italiano Gregorio XIII (Ugo Boncompagni- 1502-1585) che nel 1582 inventò l’attuale calendario in uso nei Paesi cattolici, sostituendo il vecchio calendario giuliano, inventato dall’astronomo greco Sosigene di Alessandria nel I Sec. a.C. e adottato da Giulio Cesare nel 46 a.C. Gregorio XIII introdusse il calendario gregoriano su base solare, con la bolla Inter Gravissimas. Entrò in vigore il 15 ottobre 1582. I Paesi protestanti, luterani e calvinisti non accettarono la riforma e mantennero il calendario giuliano – che prevedeva il capodanno il primo di aprile – sino al XVIII secolo. Da qui l’usanza di chiamare “sciocchi di Aprile” (April’s fools) coloro che non si erano adattati. Questo diede origine alla burla del pesce d’aprile. L’anno solare si discosta, anche dopo la riforma giuliana, di circa 11 minuti rispetto ai 365 giorni e 1/4 (bisestile). Ogni 128 anni si sommano differenze di circa un giorno, o l’equivalente di 3 giorni ogni 400 anni. Per questo papa Gregorio XIII nel 1582 introdusse una nuova riforma, sostenuta dal medico Aloysius Lilius (Luigi Giglio o Lilio), dal matematico gesuita Cristoforo Clavio e dal matematico e vescovo domenicano Ignazio Danti (al secolo Pellegrino Rainaldi Danti). La riforma gregoriana stabilì che gli anni secolari non divisibili per 400 non erano bisestili (quando previsto dal calendario giuliano), quindi dovevano avere 28 giorni in febbraio. Di conseguenza tutti gli anni che terminano con due zeri e sono divisibili per 4 non sono bisestili. Con la riforma gregoriana furono corretti gli errori del passato: il giorno successivo a quello di giovedì 4 ottobre 1582 fu venerdì 15 ottobre, con un salto di 10 giorni. Il periodo fu scelto in quei dieci giorni perché non vi erano ricorrenze solenni. Il calendario gregoriano si è diffuso nella maggior parte degli stati in modo graduale. Furono ritardatari: Germania (1775), Gran Bretagna (1752), Svezia (1753), Russia (1918), Giappone (1873), Cina (1812 e 1949). Il calendario gregoriano ha un’approssimazione di errore di un giorno ogni 3000 anni. La riforma di papa Gregorio XIII corregge l’epatta – cioè l’età della Luna al 31 dicembre dell’anno precedente – chiamandola «equazione lunare». L’epatta gregoriana si ripete con un periodo di 5.700.000 anni.
Capodanno
L’usanza di celebrare l’inizio dell’anno il primo di gennaio fu voluta da papa Gregorio XIII nel 1582 (vedi sopra) in seguito alla sua riforma del vecchio calendario giuliano.
Natale e calcolo degli anni dalla nascita di Gesù Cristo
Il Natale non è presente tra i primi elenchi di festività cristiane di Sant’Ireneo e Tertulliano. Il monaco Dionigi il Piccolo nel 527 calcolò la data esatta della nascita di Cristo e introdusse l’usanza di contare gli anni ab Incarnatione Domini nostri Iesu Christi, cioè “dall’Incarnazione del nostro Signore Gesù Cristo”. Il processo che portò il 25 dicembre (antica data pagana della festa della luce, i lupercàli romani) a divenire la ricorrenza della nascita di Gesù Cristo per tutta la cristianità, iniziò solo nel III secolo e durò fino a quello successivo con variazioni temporali secondo le diocesi. Questa usanza si diffuse in tutto il mondo cristiano entro l’VIII secolo, sostenuta da Beda il Venerabile. La nascita di Cristo è avvenuta in realtà 6 o 7 anni prima dell’anno 1. Fu Dionigi a scoprire l’errore. Solo la nascita di Gesù Cristo ha diviso la storia in prima e dopo di lui ed è il calcolo del tempo più diffuso al mondo. Non esiste attualmente un calcolo del tempo che non parta da un fatto storico di una religione mondiale. Non esistono calendari “laici”.
Giorgio Nadali